Facciamo un esperimento: se dico “rabbit hole” … qual è la prima cosa a cui pensate? 🐰
Chi ha visto The Matrix in lingua originale forse penserà alla scena in cui Morpheus chiede a Neo di scegliere tra la pillola blu e quella rossa:
You take the blue pill, the story ends, you wake up in your bed and believe whatever you want to believe. You take the red pill, you stay in Wonderland, and I show you how deep the rabbit hole goes.
Ma cos’è, esattamente, un rabbit hole?
Procediamo con ordine - possibilmente, partendo da un dizionario. Il Macmillan, ad esempio:
🚩 rabbit hole = (in informal English) a situation that is strange, confusing, or illogical, and often hard to escape from. In italiano: una situazione strana, confusa o illogica, dalla quale è spesso difficile uscire.
Il termine (letteralmente, la "tana del coniglio") ha molte applicazioni metaforiche: si può cadere nel rabbit hole della macchina burocratica, della giurisprudenza… o di una congettura matematica 😅 – la sensazione è sempre quella di entrare in un regno labirintico, che sembra sfidare ogni logica, e nel quale è impossibile orientarsi. Esempio:
📝 We’ve entered a rabbit hole of bureaucracy that is not easy to get out of!
📌 Il senso metaforico dell’espressione viene introdotto dal classico di Lewis Carroll, Alice’s Adventures in Wonderland (Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie) nel 1865. Nel capitolo iniziale, intitolato proprio “Down the Rabbit-Hole”, Alice segue il Bianconiglio nella sua tana, che la trasporta nel fantastico, assurdo mondo del Paese delle Meraviglie. Da qui in poi, il rabbit hole (usato spesso con verbi di moto, come go/fall down) diventa la metafora di qualcosa in grado di trasportarci in uno stato o in una situazione meravigliosamente (o fastidiosamente) surreale:
📝 It’s like going down a rabbit hole of infinite possibilities…
🌎 Nel linguaggio contemporaneo, il rabbit hole si usa anche per connotare il tempo trascorso su internet (e i social media) alla ricerca di informazioni: un’attività che - attraverso una serie di link che si aprono come scatole cinesi - può far perdere la cognizione del tempo:
📝 He slid down a rabbit hole last night on the internet. Once he started searching, he couldn’t stop.
Nel linguaggio parlato, la parola “rabbit” finisce spesso per essere sottesa, e sostituita con il nome del sito in questione, ad esempio:
📝 I’m falling down a wikihole!
Detto ciò… quante volte siete cascati (magari senza saperlo) in un rabbit hole?! 🤓