It was a wrong number that started it, the telephone ringing three times in the dead of the night, and the voice on the other end asking for someone he was not.
“Brooklyn's Bard" e "The patron saint of literary Brooklyn": ecco i titoli riservati a Paul Auster da The Guardian e The New York Times in questi giorni.
Titoli molto azzeccati, perché se c’è stato un autore capace di raccontare bene Brooklyn (e New York, benché fosse originario di Newark), quello è Paul Auster.
🌆 Una città dove si intrecciano vicende e storie, in un mosaico di eventi spesso imprevedibili, solo apparentemente banali, che pongono i personaggi di fronte a un bivio. Sono proprio le scelte fatte in quei momenti cruciali, con il loro strascico di rimorsi o rimpianti, a tratteggiarne così bene l’essenza, la personalità, i valori. Scelte che mettono a nudo sentimenti e relazioni, e che portano a rivelazioni improvvise e sconcertanti, non solo sugli altri, ma anche (soprattutto) su sé stessi. E se c’è un autore capace di scandagliare l’animo umano con acume, profondità e grazia, quello è Paul Auster.
🖋️ Un autore di cui si avverte chiaramente la presenza in ognuna delle storie - spesso narrate in prima persona, a volte in terza, occasionalmente in seconda - dove versioni più o meno dissimulate fanno capolino qua e là: in Oracle Night uno dei personaggi è Trause (anagramma di Auster), in Leviathan compare un Peter Aaron (che ha le stesse iniziali), in Invisible (un bell'esempio di metanarrativa, di “libro nel libro”) l’aspirante scrittore Adam Walker condivide con Auster cultura, interessi, visione politica ed esperienze di vita. E in The New York Trilogy - l’opera che gli ha dato fama mondiale - uno dei personaggi si chiama… Paul Auster.
La citazione all'inizio è l’incipit della Trilogia (e già - secondo me - un buon motivo per leggere il libro 😍), che la Treccani definisce:
«parodia postmoderna del romanzo poliziesco che scardina le convenzioni del genere, mescolando echi della grande tradizione americana (Hawthorne, Thoreau, Poe, Melville) a suggestioni del nouveau roman, per costruire un universo, sia narrativo sia urbano, dominato dal caso»
Insieme a caso (destino e coincidenze), identità e soggettività, solitudine e isolamento sono i suoi temi ricorrenti, esplorati con grande sobrietà e raccontati in uno stile lineare, limpido, cristallino, ma al contempo elegante e sofisticato. Se potete, non perdetevelo in lingua originale - la sua prosa raffinata vi conquisterà.
E ora... anche noi ci troviamo di fronte a un bivio:
- se non conoscete l’autore, e volete un consiglio (non richiesto, me ne rendo conto...): cominciate dalla Trilogia, è un’opera singolare e spiazzante nella sua unicità - si ama o si odia, non c’è via di mezzo
- se siete già degli adepti: qual è il libro di Auster che consigliereste, o che vi ha stupito di più? 💙